Incontro all'Altro - Sergio Bocchini - EDBScuoladigitale

Buddhismo

Dottrina

L'«Illuminato», che si è sempre proclamato solo «uno che indica la via» e non un Dio, ha riassunto la sua dottrina nelle «quattro nobili verità», rifacendosi alla prassi medica del suo tempo:
1) tutto è dolore: dolore mentale, emozionale e fisico (riconoscimento della malattia);
2) origine del dolore è la sete o desiderio: di esistenza, di piacere, di prosperità che ci fa ricercare le cose sbagliate, oppure le cose giuste in modo sbagliato. Niente nella vita è degno di essere assolutizzato o di essere messo a fondamento della propria esistenza (causa e diagnosi);
3) è possibile sopprimere il dolore: si può porre fine alla sofferenza (giudizio sul metodo terapeutico);
4) Questa è la via che conduce alla soppressione del dolore: seguendo il nobile «ottuplice sentiero» (prescrizione del rimedio) che viene così spiegato dal Buddha: Retta fede, Retta decisione, Retta parola, Retta azione, Retta vita, Retto sforzo, Retto ricordo, Retta concentrazione.

Credo, principi morali e vita

Se per religione s'intende «religio», cioè il legame tra l'uomo e Dio, il buddhismo non è una religione; ma se per «religione» s'intende l'insieme di credenze e leggi che si presuppongono increate ed eterne (Dharma, Nirvana), allora il buddhismo è una religione. L'insegnamento buddhista viene simboleggiato con la «ruota della legge», un cerchio composto da otto raggi. Sta ad indicare l'ottuplice sentiero per raggiungere il Nirvana (= non sofferenza).
La predicazione buddhista può essere sintetizzata: la vita è una grande ruota (rinascita), al centro vi sono tre animali simbolici (gallo, serpente, maiale), i 5 mondi della rinascita, è possibile uscire dalla ruota e raggiungere il Nirvana.
Il buddhismo non interviene negli aspetti della quotidianità e neppure nelle vicende liete della vita, come il matrimonio e la nascita dei figli, i cui riti si basano sempre su usanze locali. Interviene invece in modo importante nei funerali, perché accompagna il «passaggio» del defunto da una vita all'altra.
Il buddhismo dà molta importanza alle regole di condotta.
Le regole dei monaci sono molto complesse e dettagliate rispetto a quelle dei laici. Infatti, mentre il monaco deve rispettare 227 regole, il laico ha solo cinque precetti: non uccidere, non rubare, astenersi da comportamenti sessuali non appropriati, non mentire e non inebriarsi (alcool e droghe).

Libri

Il primo il concilio buddhista raccoglie la predicazione del Buddha in testi dottrinali (sutra) e nelle regole monastiche (vinaya).
In epoca posteriore si aggiunge un terzo gruppo di testi, composti da ignoti autori con l'intenzione di sistematizzare la ricchezza delle idee (abhidharma).
Queste tre sezioni costituiscono il Canone Tripitaka («Tre canestri», secondo il modo di custodire i libri). La più antica raccolta del canone buddhista è quella del Theravada (I secolo a.C.- Sri Lanka).
Secondo l'insegnamento del Buddha nel canone sacro si trova tutto il necessario per raggiungere la salvezza, ma è solo un mezzo: la salvezza si raggiunge con le proprie forze. La recita dei sutra aiuta però a confrontarsi con l'insegnamento del Maestro e raggiungere la realtà ultima (nirvāna).
Nel Nepal si venerano nove testi principali, tra i quali il famoso «Sutra del Loto della buona Legge»: un testo di estrema bellezza letteraria e profondità di pensiero. Secondo una recente edizione giapponese il Canone completo buddhista comprende ben 100 volumi.

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