I quattro Vangeli

Vangelo e Vangeli

I libri che portano il titolo di «VANGELO» sono una ventina. All’interno di questi libri si deve distinguere tra:
• i Vangeli che sono entrati all’interno dell’elenco dei libri canonici e sono stati accettati come ispirati;
• i vangeli che non sono stati accettati e che sono considerati APOCRIFI. I vangeli apocrifi, nonostante tutto, sono molto significativi per gli studiosi perché rivelano la religiosità popolare del II secolo.
In questi scritti è possibile ritrovare moltissimi particolari legati alla nascita di Gesù al fine di offrire risposte alle curiosità sollevate dalla gente. È chiaro che queste soluzioni, a volte molto ingenue e infantili, non possono essere considerate come teologicamente valide perché sottintendono che Gesù sia più Dio che uomo: per questo danno tanto risalto all’aspetto miracolistico degli avvenimenti.

I Vangeli canonici

I Vangeli non raccontano la «vita di Gesù». Essi non ci riferiscono, passo dopo passo, tutto quello che Gesù ha fatto. I Vangeli sono opere scritte da credenti, per credenti. Essi perciò non venivano usati per il primo annuncio, il Kerygma, ma per la CATECHESI e per la riflessione all’interno delle comunità.
I Vangeli canonici sono quattro (Marco, Matteo, Luca, Giovanni), composti tutti entro il I secolo d.C.
I testi di Matteo, Marco e Luca sono detti SINOTTICI perché sono simili. Il testo di Giovanni va considerato a parte, assieme agli scritti giovannei, perché contiene episodi che non si trovano negli altri Vangeli.
Si può dedurre che Luca, Matteo e Giovanni, che scrissero più tardi il loro Vangelo, conoscessero già il testo di Marco, che è il più antico e fa da modello a Luca e Matteo, e altre fonti che vennero usate per comporre la loro opera.

Custodire la tradizione


Nei Vangeli, la Chiesa primitiva ha raccolto i suoi momenti fondanti:
• l’esperienza di Gesù di Nazaret e della sua storia;
• quella di Gesù Cristo, il Risorto, presente e vivo nella comunità;
• l’azione dello Spirito Santo che agisce e guida la comunità dei credenti.
Ogni evangelista inoltre ha riportato nel suo Vangelo:
• la predicazione degli apostoli su Gesù;
• le esigenze e i problemi delle comunità in cui vivevano gli evangelisti e per le quali scrivevano;
• la propria testimonianza e riflessione sul Vangelo.

Il Vangelo di Marco

Gli esperti sono divisi tra chi pensa che questo Vangelo sia stato composto tra il 60-75 e altri che lo colloca- no più precisamente tra il 68 e il 73. L’ambiente implicito in cui è stato composto è, secondo la tradizione, Roma, ma alcuni commentatori pensano piuttosto alla Siria. Secondo la tradizione, Marco sarebbe un seguace interprete della predicazione di Pietro. Marco accompagnò anche Paolo e Barnaba durante il primo viaggio missionario ed è possibile che abbia potuto, trovandosi a Roma, aiutare Pietro e Paolo negli anni ’60. Ma non tutti gli esperti condividono questa teoria, pensando che questo Marco sia semplicemente un cristiano. L’autore è di lingua greca, ma non conosceva la Palestina, come testimoniano le inesatte localizzazioni geografiche. Non si tratta dunque di un testimone oculare di fatti accaduti attorno all’esperienza di Gesù. Egli, accingendosi a realizzare la sua opera, utilizzò fonti orali e scritte che circolavano all’interno delle comunità. Marco può essere senza dubbio considerato l’inventore del genere letterario detto «Vangelo» che non ha uguale nelle altre letterature.

Il Vangelo di Matteo

Gli esperti collocano il Vangelo di Matteo tra l’80 e il 90 probabilmente ad Antiochia. La tradizione attribuisce questo testo a Matteo, un esattore delle imposte chiamato da Gesù. Egli avrebbe scritto un Vangelo o una collezione di detti di Gesù in aramaico. Anche se gli esperti non condividono questa attribuzione, ammettono che questo scritto antico di Matteo potrebbe essere esistito e che qualcosa di questo materiale sia potuto entrare nel Vangelo.
L’autore parlava greco, ma conosceva l’ebraico o l’aramaico o anche entrambe le lingue. Tuttavia non è possibile ritenere l’autore di questo libro un testimone oculare dell’esperienza di Gesù. Egli nella sua opera attinse al Vangelo di Marco, alla fonte Q (Quelle) e a tradizioni orali e scritte. La comunità per cui scrive Matteo è composta da cristiani convertitisi dall’ebraismo, spesso in conflitto con gli Ebrei, ma aperta ai pagani.
Il Vangelo di Matteo offre un quadro completo della storia di Gesù, dalle sue origini (i Vangeli dell’infanzia) fino alla risurrezione. Si tratta di una sintesi ordinata e progressiva dell’insegnamento di Gesù. I cinque discorsi sui quali è strutturato il Vangelo sono intervallati dai segni miracolosi di Gesù e dalle discussioni con i capi dei giudei. Lo stile è didattico con frequenti riferimenti alle Scritture e alla Legge.

Il Vangelo di Luca

Il Vangelo di Luca è stato composto molto probabilmente attorno all’85, ma la sua data di composizione può variare di cinque o dieci anni in più o in meno. Secondo la tradizione, Luca sarebbe stato un medico compagno di viaggio e collaboratore di Paolo, ma anche un siriano che abitava ad Antiochia. Sicuramente oggi la critica è concorde nel dire che quest’autore dovesse possedere una cultura approfondita, e dimostra di essere buon conoscitore della lingua greca e un abile scrittore. Chi scrive ebbe modo di leggere, e dimostra di conoscere, le Scritture secondo la versione greca della LXX, ma non fu testimone dell’esperienza di Gesù. Quando si accinse a mettere mano alla sua opera, l’autore si avvalse anche di tradizioni orali.
Le comunità per cui Luca scrive possono essere quelle toccate dalla predicazione di Paolo e quindi collocate in Grecia o in Siria. Si tratta di comunità composte da cristiani convertiti dal paganesimo sorte in territorio greco e molto legate a quella cultura e ai suoi valori. L’interesse di Luca per l’aspetto sociale del Vangelo e per la misericordia di Dio fanno pensare che quei cristiani fossero benestanti e che corressero il rischio di fondare la loro sicurezza più sui beni materiali e sulle ricchezze che non su Dio.
Il Vangelo di Luca raccoglie tra le sue pagine gran parte del racconto di Marco e la fonte dei detti, a cui attinge anche Matteo; lo arricchisce dei Vangeli dell’infanzia di Gesù e di un lungo racconto dell’itinerario di Gesù dalla Galilea attraverso la Samaria, sino a Gerusalemme. Luca, così come gli altri sinottici, presenta un solo anno del ministero di Gesù Cristo, mentre Giovanni ricorda tre Pasque celebrate da Gesù a Gerusalemme.

Il Vangelo di Giovanni

Il Vangelo di Giovanni è stato composto più tardi, probabilmente tra l’80/90 e il 100, in Siria o a Efeso. La tradizione lo attribuisce a Giovanni, figlio di Zebedeo, uno dei Dodici.
La critica, partendo dai contenuti del testo, ritiene che l’autore si collochi nella tradizione del discepolo che Gesù amò. È probabile che ci sia stato un redattore, ma è molto più plausibile che abbia lavorato alla stesura del testo una scuola giovannea. Alcuni studiosi ritengono che ci siano state più edizioni, altri ritengono invece che siano state collegate alcuni fonti contenenti i segni, i discorsi e il racconto della passione.
La comunità per cui è stato scritto è stata influenzata dalla filosofia greca e dal pensiero del giudaismo, perciò deve essere aiutata a comprendere e a riflettere sul mistero di Gesù Salvatore. Il Vangelo è organizzato attorno ad alcuni temi: l’opposizione tra Dio (che è Spirito, libertà, luce, amore) e il mondo (che è carne, schiavitù, odio, tenebre); il credere, cioè la fede in Gesù Messia e Figlio di Dio; la vita, la morte e l’amore, parole attraverso cui l’evangelista indica che la fede in Gesù è amore, dà vita, mentre rifiutarlo significa scegliere la morte. Il testo si apre con un prologo che presenta, e nello stesso tempo riassume, il mistero della rivelazione. Il Vangelo di Giovanni è un testo di catechesi, scritto con uno stile che ama le ampie narrazioni, i simboli, il pensiero che procede e ritorna per approfondire.