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Con il nome Maghreb, che vuol dire «occidente», gli Arabi chiamano quelle regioni mediterranee a ovest del Nilo che avevano conquistato durante il Medioevo: grosso modo, si tratta degli attuali territori di Libia, Tunisia, Algeria e Marocco, più la Spagna – per secoli governata dagli Arabi. Nell’uso europeo attuale, il nome viene impiegato per individuare tutti i paesi dell’Africa settentrionale escluso l’Egitto, mentre è molto meno usato il termine con cui in arabo sono definite le terre a oriente del Nilo (Mashreq).
(Claudio Cerreti, Maghreb, in Enciclopedia dei ragazzi, Treccani 2006)

I Berberi

Il territorio dell’Africa del Nord un tempo era abitato dalla gente berbera, popolo dalla pelle chiara e dai lineamenti condivisi con altri popoli mediterranei di cui non conosciamo la provenienza. Nel corso della storia i Berberi, gruppo dal carattere indomito e fiero, hanno dovuto resistere a molte invasioni, aggressioni che li hanno costretti a ritirarsi nel deserto o a cercare rifugio nelle aspre zone di montagna. Alcuni gruppi di Berberi si unirono agli invasori e si stanziarono con preferenza sulla costa del Mediterraneo.

I Tuaregh

Per il loro stanziamento i Tuaregh, anche detti uomini blu, preferirono la fascia centrale sahariana, un territorio che si estende:
• da Sud di Agadez nel Niger
• a Nord sino a In Salah in Algeria
• ad Ovest fino a Tombouctou nel Mali
• ad Est fino al Fezzan libico.
Quello dei Tuareg non è un gruppo molto numeroso, ed è formato prevalentemente da allevatori di dromedari che nomadizza ai margini del deserto, ma che dal 1960 hanno conosciuto anche una sedentarizzazione. Oggi i Tuareg sono di religione islamica e praticano un matrimonio monogamico.

Le invasioni

Il Maghreb nel corso dei secoli è stato frequentemente oggetto di invasioni. Qui sotto ne diamo la scansione temporale:
• 1200 a.C. Fenici
• 814 a.C. Cartagine
• 46 a.C. Romani
• 429 d.C. Vandali
• 535 d.C. Bizantini
• 647 d.C. Arabi (prima invasione)
• 1100 d.C. Arabi (seconda invasione)
• 1529 d.C. Turchi
• 1830 d.C. Francesi
• invasioni italiane e inglesi
Prima che il Cristianesimo si diffondesse in tutta l’area le popolazioni seguivano religioni animiste, politeiste, ma anche l’Ebraismo. Le “terre del Tramonto”, termine che tradotto in arabo va a formare il nome Maghreb, coincidono con la Libia, la Tunisia, l’Algeria, il Marocco e la Mauritania.

 

La diffusione del cristianesimo

In queste terre a partire dal II secolo d.C. il cristianesimo si diffuse gradualmente da un centro importante come la città di Cartagine, andando a radicarsi stabilmente in tutto il territorio. Già a metà del III secolo abbiamo testimonianza dell’esistenza di numerose diocesi. Non si tratta soltanto di un processo che vide coinvolta la predicazione e l’occupazione territoriale di un’area geografica e culturale. Infatti il profondo lavoro teologico che venne sviluppato in questa zona portò molti ad affermare che il cristianesimo occidentale non è nato in Europa, ma a sud del Mediterraneo.
È in questa zona che le Sacre Scritture iniziarono ad essere tradotte in latino, che Tertulliano meditò sulla Trinità, che i teologi iniziarono ad interrogarsi sulle categorie teologiche di “sostanza” e “persona.

Lo sviluppo culturale

Tutto il territorio conobbe un vivace sviluppo intellettuale che diede origine a centri di studio e a correnti filosofiche e religiose di importanza fondamentale per la culturale di tutto il mondo allora conosciuto. Ciò che venne rielaborato in quelle scuole inoltre ha marcato indelebilmente le idee, la religione e la storia del mondo intero.
Tra i personaggi storici nord-africani che più di altri possiamo ricordare è possibile inserire:
• Clemente (150-215 d.C.)
• Origene (184-254 d.C.) e i teologi alessandrini.
Questi due studiosi cercarono attraverso i loro studi di mettere in relazione il pensiero cristiano con i principi della filosofia greca.
Sant’Agostino (354-429 d.C.) questo grande filosofo e teologo visse nel periodo in cui il cristianesimo conobbe, in Africa, la massima espansione. Agostino era berbero da parte di madre, Santa Monica. Il Santo si dedicò con passione agli studi e compose 1.030 opere di filosofia, occupandosi di immortalità dell’anima, del libero arbitrio e della Trinità. Ancora oggi queste opere devono essere riconosciute come fondamentali.
Tuttavia a partire dal 641 la conquista arabo-musulmana, che si concluse nel giro di pochi decenni, modificò profondamente lo sviluppo culturale religioso e sociale di queste terre. La presenza cristiana divenne progressivamente residuale. Il popolo berbero che aveva donato al cristianesimo studiosi del calibro di sant’Agostino e Tertulliano, e i papi Vittore I e Gelasio I, si convertì all’Islam. Prese le armi, i berberi contribuirono a diffondere l’espansione arabo-musulmana nella Penisola Iberica e in Sicilia.
In Maghreb nacque Averroè (1126-1198 d.C.) ossia Ibn Rushd, intellettuale che si dedicò allo studio della filosofia e delle scienze. Averroè è soprattutto conosciuto per essere stato il traduttore e commentatore di Aristotele, che venne conosciuto dall’Occidente grazie al suo lavoro. Attraverso gli studi su Aristotele Averroè esercitò un’enorme influenza sul pensiero filosofico non solo del suo tempo.