La nascita della Chiesa

Luca, lo storico

Nel suo Vangelo, Luca presenta la predicazione di Gesù come un viaggio che il Maestro compie camminando dalla Galilea verso Gerusalemme (Luca 9,51-19,28). Nella città di Davide Gesù fu arrestato, crocifisso, sepolto, ma le donne affermarono di aver trovata la tomba vuota e Gesù viene visto vivo. Dopo la sua morte e risurrezione, gli apostoli portarono la Parola fino a Roma e da lì il messaggio di Gesù sarebbe partito per ogni direzione. Il brano degli Atti degli apostoli che abbiamo citato in apertura è un documento che ci mostra l’orizzonte storico tracciato da Luca.

La discesa dello Spirito

Gesù ascese al cielo, promise lo Spirito e lo donò agli apostoli. Il giorno della festa ebraica della Pentecoste (50 giorni dopo la Pasqua), mentre gli apostoli stavano pregando nel cenacolo, scesero sui loro capi piccole fiammelle. Nell’Antico Testamento, Dio si rivelava servendosi di segni forti, tra cui quello del fuoco può dirsi in qualche modo privilegiato: Dio si rivelò Mosè nel roveto ardente (Esodo 3,2), e fu un tizzone arroventato che purificò le labbra di Isaia (Isaia 6,6-7), scelto per essere profeta. Così come Mosè e Isaia vennero mutati dall’incontro con Dio, lo stesso avvenne anche per gli apostoli con la Pentecoste (Atti degli apostoli 2,1-4). La discesa dello Spirito Santo sotto forma di fiammelle mutò profondamente le persone che lo ricevettero, infondendo loro non soltanto la forza per sostenere la loro fede, ma anche il coraggio di dare testimonianza.

La piccola comunità cresce

La storia della Chiesa ha inizio nel quarto decennio del I seco- lo d.C., a Gerusalemme. Circa trent’anni dopo, cioè verso la fine del settimo decennio del I secolo, quando la maggior parte delle persone che componeva il primo nucleo era ormai morta, il cristianesimo si presentava diffuso in numerose città della provincia di Siria-Palestina, in alcuni centri dell’Asia Minore e della Grecia, in Sicilia, nell’area campana circostante Napoli, e a Roma. Due secoli dopo, Chiese cristiane erano presenti in tutte le province del vasto impero romano, ma anche oltre i suoi confini: in Persia, nella penisola arabica, in Etiopia, in India. La prima comunità era costituita da Ebrei; Gesù stesso fu un ebreo che predicò a Ebrei. Gli apostoli, tuttavia, riferendosi a un preciso invito del Maestro, scelsero di annunciare il Vangelo a tutti. La scelta di «andare oltre» Israele e non imporre ai nuovi credenti in Cristo di diventare ebrei fu una decisione sofferta e a lungo meditata dal gruppo dei Dodici. Dopo molte discussioni fu necessaria una riunione solenne a Gerusalemme, nell’anno 49 d.C., per decretare ufficialmente l’impegno ad andare a predicare il Vangelo di Cristo senza imporre la sottomissione alla Legge di Mosè.

Una struttura semplice

La struttura delle prime comunità cristiane fu di fatto molto semplice. Prima singoli individui, ebrei o gentili, poi coppie, poi sempre più spesso e rapidamente interi gruppi familiari aderirono alla predicazione di un apostolo o di un discepolo inviato dagli apostoli: queste persone accettarono il Vangelo della risurrezione di Cristo, e ricevettero il battesimo nel suo nome. Ben presto, la comunità si organizzò intorno al vescovo, che scelse persone di fiducia per essere suoi collaboratori come presbiteri, e tutti insieme nominarono diaconi per provvedere agli orfani e alle vedove, ai poveri, e per organizzare tutto quanto potesse servire alla comunità stessa. Tutto questo avvenne a cominciare dalle città più importanti. E poi via via, con una gemmazione di comunità di credenti che si irradiò lungo le principali vie di comunicazione dell’Impero.