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Inculturazione

Di fatto, storicamente non si è data – e forse non si può dare – vita cristiana senza questa prima forma di “cristianità”, ovvero di espressione – ma si potrebbe anche dire di incarnazione o d’interpretazione creativa – della fede in forme culturali di vita associata.
(G. Ferretti, Tentativi di fuoriuscita dalla cristianità nella filosofia e nella cultura, in : G. Bottoni (a cura di), Fine della cristianità? Il cristianesimo tra religione civile e testimonianza evangelica, il Mulino, Bologna 2002)

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La città di Sofronia (Italo Calvino)

«La città di Sofronia si compone di due mezze città. In una c’è il grande ottovolante dalle ripide gobbe, la giostra con raggiera di catene, la ruota delle gabbie girevoli, il pozzo della morte coi motociclisti a testa in giù, la cupola del circo col grappolo dei trapezi che pende in mezzo. L’altra mezza città è di pietra e marmo e cemento, con la banca, gli opifici, i palazzi, il mattatoio, la scuola e tutto il resto. Una delle mezze città è fissa, l’altra è provvisoria e quando il tempo della sua sosta è finito la schiodano e la portano via, per trapiantarla nei terreni vaghi d’un’altra mezza città. Così ogni anno arriva il giorno in cui i manovali staccano i frontoni di marmo, calano i muri di pietra, i piloni di cemento, smontano il ministero, il monumento, i docks, la raffineria di petrolio, l’ospedale, li caricano sui rimorchi, per seguire di piazza in piazza l’itinerario d’ogni anno. Qui resta la mezza Sofronia dei tirassegni e delle giostre, con il grido sospeso dalla navicella dell’ottovolante a capofitto, e comincia a contare quanti mesi, quanti giorni dovrà aspettare prima che ritorni la carovana e la vita intera ricominci»
(Italo Calvino, Le città invisibili, Einaudi, Torino 1972)

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Visioni dell’anima

La croce, simbolo multiculturale
Poiché per ben due volte unisce punti diametralmente opposti, la croce è considerata l’unione tra due estremi, ma anche segno della sintesi: la croce unisce i punti cardinali e dunque stabilisce un orientamento spaziale per l’individuo che se ne serve; con una croce si uniscono in rapporto e in relazione il tempo e lo spazio, il cielo e la terra. Poiché ha un centro, ma quattro braccia che da esso si dipartono, rappresenta tanto il raccoglimento e la ricapitolazione, quanto la diffusione e l’apertura verso gli altri.
Prima del cristianesimo la morte in croce, in quanto strumento di esecuzione capitale, era considerata scandalosa ed infamante. Dunque, segnarsi con una croce era considerato di cattivo auspicio. Per questo all’inizio i cristiani, che se ne servivano con riferimento al mistero della morte e risurrezione di Gesù, non vennero compresi. Del resto, era difficile accettare che potesse essere adorato un Dio crocifisso. Molto lentamente entrò nella cognizione comune che per i cristiani il segno della croce indicava il sacrificio di Gesù con la totale offerta di sé per la salvezza dell’umanità e dunque veniva accettato come segno di accoglienza e di salvezza.
Il simbolo della croce e il crocifisso in sé deve certamente essere considerato un simbolo religioso. Tuttavia non si deve dimenticare che in tutte le società occidentali, soprattutto quelle che possono essere considerate di antica cristianità, la croce rappresenta l’espressione di una storia, di una tradizione, di una cultura comuni. È attorno e appresso al segno della croce che in Occidente e in Italia si è elaborata un’identità. Il crocifisso deve dunque essere considerato parte integrante del nostro patrimonio storico e spirituale.
In tempi recenti l’esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche, nei seggi elettorali e nelle aule di giustizia, nonché negli ospedali e in altri luoghi pubblici, è stata contestata. Così questo simbolo ha creato divisione tra chi lo considera con rispetto, come segno di accoglienza di tutti gli uomini, e chi invece non lo tollera, attribuendogli significati ostili e conflittuali. Tuttavia, pensate a che cosa succederebbe se nei Paesi asiatici in cui è presente una maggioranza di buddhisti si pretendesse di rimuovere le immagini del Buddha, se in India si proibisse di usare il simbolo di Siva, se in Israele si cancellassero le menorah, o nei Paesi islamici si imponesse di eliminare qualsiasi riferimento grafico al Corano…